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al testo di Michela D. Castellazzo
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MEZZAVIA Chiuse le finestre affacciate sul nulla attendono un giorno che non viene appagato nel sereno canto silenzioso da una voce inaudita che talvolta ha parlato nel disastro dello strazio o nella risacca lenta prima che il manto scuro della marea la sommergesse, muta. Sono imposte di una casa senza porte; solo una ferita, al varco da ricucire proprio passandoci in mezzo per spalancare finalmente insieme gli altri ingressi sbarrati di nascosto in tutta fretta. Poi, al crocevia, con mezza stagione andata e l’altra da venire, un’ampia strada improvvisa si allarga proprio lì davanti come una sinfonia solenne e cadenzata scandisce i passi: porta ad una serra dove si coltiva il sole e s’impara da ogni fiore a bere la vita che esplode. |
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